La lotta della CGTP ha reso possibile ciò che sembrava impossibile: la revoca della TSU (tassa sociale unica).
Il Parlamento portoghese infatti ha alla fine accolto la richiesta di respingere la riduzione del TSU per i datori di lavoro.
Per la CGTP che non aveva firmato l’accordo che innalzava il salario minino da 530€ a 557€ a fronte però del taglio dell’1,25% della tassa dei salari per i datori di lavoro che di fatto compensava l’aumento.
Il sindacato portoghese dopo la vittoria rilancia nella direzione della costruzione di un dialogo sociale più efficace che abbia come obiettivo primario la lotta alla precarietà nei settori pubblici e privati, la difesa della contrattazione collettiva e la risoluzione del problema dei lavoratori con “contratti di inserimento” come quello che prevede nelle scuole l’assunzione di personale non docente, di supporto, pagati 3 euro e 67 centesimi l’ora.
L’apprezzamento del lavoro e dei lavoratori è per la CGTP un fattore determinante per lo sviluppo del paese. Il rifiuto della riduzione del TSU può e deve impostare il tono per una nuova politica che rimetta al centro i lavoratori e i loro diritti individuali e collettivi, come riferimento dell’economia e dello sviluppo economico e sociale del paese.