La Corte europea di giustizia condanna il dumping salariale per i lavoratori distaccati. Che devono essere pagati almeno allo stesso livello di un lavoratore nazionale per lo stesso compito.
La sentenza arriva, nella fattispecie, su un ricorso presentato sul distacco di alcuni lavoratori polacchi, settore elettrico, in Finlandia e retribuiti secondo parametri polacchi e recita infatti che: “l’articolo 3, paragrafi 1 e 7, della direttiva 96/71, letto alla luce degli articoli 56 TFUE e 57 TFUE, deve essere interpretato nel senso che: esso non osta a un calcolo del salario minimo orario e/o a cottimo, basato sull’inquadramento dei lavoratori in gruppi retributivi, come previsto dai pertinenti contratti collettivi dello Stato membro ospitante, purché tale calcolo e tale inquadramento siano effettuati sulla base di norme vincolanti e trasparenti, accertamento questo che spetta al giudice nazionale”.
Pertanto, in applicazione di tali criteri, il salario minimo calcolato facendo riferimento ai contratti collettivi pertinenti non può dipendere dalla libera scelta del datore di lavoro che distacca alcuni dipendenti al solo fine di proporre un costo del lavoro minore rispetto a quello dei lavoratori locali.
Questo il link della sentenza:
http://curia.europa.eu/juris/document/document.jsf?text=&docid=162247&pageIndex=0&doclang=IT&mode=req&dir=&occ=first&part=1&cid=39041#Footnote*