Il nuovo governo di centro destra belga uscito dalle ultime elezioni non ha perso tempo e ha deciso una riforma che taglia la scala mobile, congela i salari, porta l'età pensionabile sino a 67 anni e attua una riforma del mercato del lavoro dove flessibilità e precarietà ne sono il perno.
Tutto ciò ovviamente senza alcuna concertazione con i sindacati.
Charles Michel, primo ministro si è difeso asserendo che “le misure sono necessarie per assicurare il futuro. E' nostro dovere prendere delle decisioni”
Il Belgio non è un paese del Sud dell'Europa, non è in deficit strutturale e sinora non ha mai avuto bisogno di affrontare politiche di austerità.
Le 3 grandi organizzazioni sindacali Belghe, CSC(cristiana), FGTB (socialista) e CGSLB (liberale) hanno fatto fronte comune e hanno deciso una serie di manifestazioni regionali che culmineranno a dicembre il 15 nello SCIOPERO GENERALE.
Dopo la grande manifestazione a Bruxelles (la più grande della città dal dopoguerra) il governo ha ricevuto una delegazione sindacale in cui ha assicurato che metterà in campo un dialogo sociale ma che le misure prese non verranno rimesse in discussione.
I tre sindacati hanno confermato tutta la mobilitazione decisa sino al 15 dicembre giorno dello sciopero generale.
Ufficio Europa Fiom nazionale
Roma 11 novembre 2014