Durante l’incontro di ieri con la Direzione Aziendale, presso l’unione industriale di Roma, abbiamo appreso che Capgemini intende rivedere l’accordo di Lavoro Agile sottoscritto ad aprile del 2023 e in scadenza il prossimo 30 aprile. L’azienda ha sostenuto di ridurre il ricorso al Lavoro Agile, prevedendo il rientro in presenza per tre giorni a settimana.
In tal modo verrebbe smantellato di fatto il “flexible working” riportando l'organizzazione del lavoro indietro di anni. Un vero e proprio salto nel passato, un attacco inaccettabile alle condizioni di lavoro dei dipendenti. Il lavoro da remoto, ampiamente testato e consolidato in questi anni, ha dimostrato di essere una soluzione vincente sia per i lavoratori che per l'azienda: aumento della produttività, maggiore efficienza organizzativa, riduzione dello stress, miglior bilanciamento tra vita privata e professionale, abbattimento dei costi di trasporto e minore impatto ambientale. E ora? Cancellato di fatto, senza alcuna logica se non quella di esercitare un controllo anacronistico e punitivo sulla forza lavoro.
Non accettiamo la retorica del "valore della vicinanza". La vera modernità è garantire flessibilità, non imporre rigidi schemi che penalizzano chi ha dimostrato di poter lavorare in modo efficiente e autonomo.
Per questo, lunedì prossimo, in tutte le sedi aziendali si terranno assemblee sindacali per discutere e organizzare le azioni necessarie a contrastare questa proposta assurda e ingiustificata. Invitiamo tutte le lavoratrici e i lavoratori a partecipare numerosi per far sentire forte la nostra voce!
NO ALLA DEMONIZZAZIONE DEL LAVORO AGILE!
DIFENDIAMO LA FLESSIBILITÀ BUONA CHE MIGLIORA LE NOSTRE CONDIZIONI DI LAVORO E DI VITA!
Rsu Capgemini, Fim Nazionale, Fiom Nazionale, Uilm Nazionale, Fismic Nazionale
Roma, 28 marzo 2025