Matteo Corridori, 27 anni, Bridgestone
Metalpha di Sant’Antioco
Oggi scendiamo
in piazza per rivendicare il diritto al contratto nazionale,
quel diritto previsto negli accordi di luglio 1993 e che nelle
trattative non è stato rispettato.
Purtroppo la
Fiom è da sola in questo e non è una buona cosa. Io sono tra
quelli che 4 mesi fa ha lasciato la Fim per passare alla Cgil.
La situazione è difficile perché i lavoratori devono andare
avanti senza l’unità sindacale, ma in queste cose ci vuole
coraggio.
Ritengo poi
che sia ampiamente giusto riunire alla questione contrattuale
anche quella della guerra in Afghanistan. Le guerre non sono mai
utili ai civili e non lo sarà neppure questa.
Mariano Carboni, 34 anni, Bridgestone Metalpha
Bisogna
utilizzare tutti i mezzi di cui si dispone per difendere il
contratto collettivo. Un contratto che presenti tre
caratteristiche fondamentali: capacità di recuperare il potere
d’acquisto eroso dall’inflazione, capacità di garantire a
tutti i lavoratori, del Nord e del Sud, gli stessi diritti di
cittadinanza e la capacità di redistribuire la ricchezza.
Questa
iniziativa deve proporsi, come fine, il riallacciamento del
rapporto unitario tra le organizzazioni sindacali, perché la
lacerazione rischia di essere devastante per tutti i lavoratori.
Il
tema della guerra non può essere escluso dai nostri ragionamenti.
Questa occasione deve essere sfruttata per ribadire che è
necessario sospendere da subito i bombardamenti in Afghanistan,
favorendo gli aiuti umanitari alla popolazione colpita prima dal
regime dei talebani e poi dai bombardamenti. E’ necessario
sottolineare che un morto innocente afghano vale quanto un morto
innocente americano.
Michele
Pintus, Enichem di
Porto Torres
Il
percorso scelto dalla Fiom sia quello giusto, specialmente alla
luce delle nuove mosse del governo, vedi l’attacco
all’articolo 18 dello Statuto dei lavoratori.
Ci
vogliono togliere tutti i diritti, ci vogliono imporre quello sul
quale abbiamo già risposto con un referendum. Questo è un
governo poco democratico.
Lucio
Carta, segretario Fiom
di Nuoro
Oggi
è molto importante che i metalmeccanici siano scesi in campo per
manifestare e chiedere un diritto che qualcuno vuole togliere
loro. E’ una giornata nella quale ci “giochiamo” non solo
l’esistenza del contratto ma anche la democrazia all’interno
del sindacato.
In
questo contratto ai lavoratori è stato negato il diritto di
essere rappresentati; non si capisce perché dal momento in cui
una piattaforma contrattuale si mette a referendum e i lavoratori
e le organizzazioni sindacali si danno un percorso, decidendo
comunque che si deve andare avanti tutti insieme, dopo aver avuto
il mandato alcune organizzazioni sindacali si siano tirate
indietro, mettendo a rischio, appunto, la democrazia.
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