Quattro
chiacchiere con ... La casa del vento e i Modena City Ramblers
Alla
manifestazione di venerdì 16 novembre, a piazza San Giovanni, sono previsti gli
interventi musicali di due gruppi, La casa del vento e i Modena City Ramblers, accomunati dagli stessi inizi, nel
1991, suonando musica folk irlandese e dallo stesso impegno sociale.
- La casa del vento
è abitata da:
- Luca Lanzi - voce, chitarre acustiche
- Sauro Lanzi - fisarmonica,
trombone, organetto, flauti
- Massimiliano Gregorio -
basso
- Fabrizio Morganti - batteria
- Patrick Wright - violino, viola, mandolino
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- Vi dichiarate parte di un
movimento che ha voglia di gridare il proprio no all'indifferenza,
all'ingiustizia, esprimendo un desiderio di riappropriarsi delle decisioni inseguendo i propri
sogni: sentite quindi come giusta la lotta dei metalmeccanici per
l'ampliamento degli spazi della democrazia e dei loro diritti?
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- Il nostro fare musica si è sempre
accompagnato a un impegno fattivo nei movimenti di lotta. Ad Arezzo, la
nostra città, viviamo una realtà pesante per l'affermazione delle destre,
e anche noi abbiamo sentito più di prima la necessità di essere parte
attiva dei nuovi movimenti che fanno capo al neo Forum Sociale di Arezzo,
dove anche il problema del lavoro viene affrontato da uno dei gruppi di
lavoro.
- Crediamo anche noi che sia giunto il momento
di una nuova fase dove le idee e i progetti sociali siano proposti e
realizzati "dal basso", cioè dal confronto democratico; c'è
bisogno di proposte concrete per migliorare le condizioni e le dignità
degli individui.
- La lotta dei metalmeccanici è pertanto anche
la nostra lotta, rappresenta un'esperienza significativa per la
riaffermazione dei diritti dei lavoratori alla luce delle recenti
aggressioni al loro Statuto.
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- In 10 anni di attività, con
il vostro modo di vivere e vedere la musica, avete seguito un progetto,
amplificando le passioni comuni, anche attraverso l'impegno sociale. Credete
che abbia ancora un senso, un valore questo impegno?
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- Nell'ultimo anno, grazie anche alla maggiore
visibilità ottenuta, la "Casa del Vento" ha cantato le proprie
canzoni nelle piazze di tutta Italia, richiamandosi a contenuti legati al
pacifismo, alla triste realtà della flessibilità lavorativa, alla
disoccupazione, alla Resistenza, alla globalizzazione e all'ingiustizia, e
incontrando tanta gente ci siamo accorti che non eravamo affatto soli. Nel
nostro piccolo, insomma, abbiamo sollecitato una riflessione e acuito il
senso critico di chi ci ha ascoltato, contro l'annullamento culturale
dell'incedere del pensiero unico. E poi abbiamo fatto ballare e sognare …
-
- Già le manifestazioni come
il Primo maggio sono state l'occasione per sperimentare forme di
contaminazione tra il movimento dei lavoratori e il mondo della cultura e
della musica. Come vivrete questa giornata in piazza, tra migliaia di
manifestanti che rappresentano un pubblico sicuramente più eterogeneo di
quello che segue abitualmente le vostre esibizioni?
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- Non vediamo l'ora di incontrare i
manifestanti della Fiom e siamo orgogliosi di essere di fronte a loro e al
cospetto della lotta, che sentiamo anche come nostra.
Modena City Ramblers
- Alberto Cottica - fisarmonica, voce
- Francesco Moneti - violino,
chitarra elettrica
- Franco D'Aniello - tin whistle,
flauto
- Giovanni Rubbiani - chitarra,
armonica, voce
- Massimo Ghiacci - basso, voce
- Roberto Zeno - batteria, percussioni
- Stefano "Cisco" Bellotti
- voce solista
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- Quale può essere il testo di
una possibile canzone per un movimento di lavoratrici e lavoratori
metalmeccanici che cerca spazi di democrazia, una vita dignitosa, più
diritti uguali per tutti? C'è un possibile contatto con i testi delle
canzoni storiche del movimento operaio?
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- Una
delle canzoni del nostro repertorio è "Figli dell'officina", che
nasce come anarchica, ma poi viene ripescata nel corso della storia da vari
movimenti e anche dalla Resistenza. Come spesso succede nella musica
popolare, i movimenti utilizzano testi e musiche adeguandole ai più diversi
contesti. Una rivisitazione di questa canzone, attualizzandola sotto il
profilo sociale, potrebbe rappresentare le lotte sociali in questo
particolare momento.
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- Il 16 novembre i metalmeccanici scendono
in piazza: cosa pensate della loro lotta per l'ampliamento degli spazi della
democrazia e dei loro diritti?
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- Siamo
stati abituati dai media a pensare alle lotte sindacali, alle lotte sociali
come lotte di settore. Ma le lotte sindacali vanno oltre, c'è la voglia di
vedere un mondo migliore, diverso. E' una lotta che, partendo dalla
richiesta dei diritti per una categoria, si allarga, per un miglioramento
della vita comune di tutte le persone, anche di quelle che non lottano per
ottenerla.
- Anche per questo motivo, secondo noi, i movimenti cosiddetti trasversali,
i "no global", i centri sociali, l’associazionismo di base, gli
studenti hanno una potenzialità fortissima, perché esprimono un forte
bisogno di democrazia per tutti, un desiderio di miglioramento della società
che deve partire dal singolo individuo, non si può aspettare che altri
agiscano per noi.